ALCUNE DOMANDE PER CAPIRE

D – Un altro sito di architettura, o studio professionale, è nato improvvisamente mentre in molte realtà territoriali era in corso un dibattito in coincidenza con le ultime elezioni amministrative. Cosa è il Lab20architecture o cosa non è?

R – È un laboratorio di architettura che opera concretamente sul territorio e che nasce da una elaborazione che ci ha profondamente coinvolti a partire dal 2020. Hai citato le recenti vicende elettorali: il lavoro e la riflessione che conduciamo e il dibattito che contribuiamo a stimolare hanno una dimensione intrinsecamente politica, ma non legata a scadenze particolari.

D – Ma la politica è progetto del territorio e visione programmabile del futuro.

R – Politica nel senso che, in base ad un approccio progettuale inclusivo, vogliamo proporre soluzioni concrete di problemi specifici. Soluzioni che abbiano una reale incidenza sulla città e sulla periferia, sugli spazi pubblici e privati, puntando sempre a coniugare al meglio qualità, economia, benessere (individuale e collettivo).

D – Quindi una via intermedia tra il laboratorio organizzato e uno spazio di discussione e di dibattito aperto?

R – Di sicuro possiamo dire cosa non è: non è uno studio professionale che si aggiunge semplicemente a quelli esistenti, ma una struttura plurale, operativa su diversi campi e in modalità differenti. Una struttura che, esplorando nuovi metodi di progetto, coinvolge nelle sue iniziative colleghi, imprenditori, amministratori, cittadini, secondo una visione aperta e collaborativa.

D – È una formula che sembra alludere a strade o a modi nuovi, ammesso che esistano. Quale è la molla? Cosa accomuna voi tre?

R – La novità nasce da un’esigenza reale, sempre più avvertita nell’attuale epoca pandemica dal mondo professionale: la necessità di fare rete, di creare team caratterizzati da competenze multiple, da esperienze diversificate. È questa l’idea che ci accomuna e che ha fatto nascere il progetto di un laboratorio di architettura come spazio collettivo in cui si pratica una continua sperimentazione.

D – Un luogo di partenza e di arrivo alla ricerca di soluzioni nuove, praticabili, condivisibili? Un laboratorio aperto e in continua evoluzione?

R – La frontiera del sapere e della pratica si sposta ogni giorno più avanti, quindi occorre mettere in campo tutte le possibili sinergie per superare gli schemi consolidati e immaginare un’architettura ricca di possibilità e di qualità. Un’architettura estesa alle diverse scale: dagli spazi privati a quelli pubblici, dalla città al territorio.

D –Nello specifico attualmente su cosa state lavorando?

R – Abbiamo in corso una serie di attività riferite ai tre campi di cui ci occupiamo come laboratorio: ricerca, progetto e azione. Stiamo lavorando sul tema dello spazio del gioco inteso, oltre il semplice concetto di standard, come luogo a misura di bambino, sintesi di architettura, verde e infrastruttura ludica. Partiamo dai bambini, e dai luoghi loro dedicati, re-immaginandone gli spazi e le forme in vista di una riqualificazione e di una fruizione estesa a tutti coloro che “abitano” gli spazi urbani. Inoltre, in cantiere, un’ipotesi di rigenerazione urbana in un comune della provincia di Salerno e un progetto per un concorso internazionale di progettazione in ambito UE.

D – Dai piccoli spazi alle grandi aree urbane? Studi e progetti che implicano una ricerca, una conoscenza e un approfondimento della socialità? 

R – Sul lato della ricerca, abbiamo avviato una serie di studi su alcune aree urbane di comuni, tra i quali Eboli, studi non accademici ma con una accentuata proiezione operativa, che intrecciano architettura, urbanistica e paesaggio.

D – Un approccio che vi pone, nella vostra Città, anche come interlocutori attivi nei processi programmatici che la dovranno attraversare nei prossimi cinque anni.

R – Come laboratorio ci stiamo attivando con diverse figure, associazioni e istituzioni in vista di eventi e iniziative intorno ai temi della rigenerazione urbana, del riuso, della partecipazione. Riguardo all’operare con iniziative specifiche sull’insieme architettura-urbanistica-paesaggio, che denominiamo “azione”, il nostro lavoro è orientato a leggere situazioni, anche distanti tra loro, da punti di vista diversi, individuando i desiderata degli abitanti, le sollecitazioni e le potenzialità per creare nuovi assetti e scenari.

[ Il testo completo dell’intervista è stato pubblicato in https://www.massimo.delmese.net/175704/nasce-lab%c2%b2o-un-laboratorio-architetture-aperto/ ]